Il termine del regime normativo transitorio, in favore di un’attuazione definitiva del Decreto Legislativo 199/2021, ha introdotto l’estensione del limite territoriale di azione delle CER. È possibile, infatti, il coinvolgimento di membri produttori e consumatori e la connessione di impianti di produzione di energia rinnovabile che siano asserviti dalla medesima sottostazione primaria, non più solamente quelli giacenti sotto la stessa sottostazione secondaria, come previsto dal superato regime normativo transitorio. La sottostazione (cabina di trasformazione) primaria è quella che trasforma l’alta tensione in media tensione e che agisce in un raggio di 7-10 km, offrendo servizi a circa 10’000 famiglie. La sottostazione secondaria, agisce in spazi più limitati, arrivando a circa 100 famiglie servite. Questa estensione facilita la costituzione di CER su aree geografiche più ampie e interconnesse, aumentando le opportunità di adesione e la fruibilità di benefici e vantaggi per gli utenti.
Il superamento del regime normativo transitorio vede un significativo aumento del limite di potenza che ciascun singolo impianto di produzione di energia rinnovabile (dedicato alla CER) può avere, passando dai 200 kW previsti in origine, ad 1 MW di picco di potenza. Questo incremento permette l’inclusione di un numero maggiore di membri, in coerenza con la citata estensione del perimetro territoriale, con un impatto potenzialmente positivo sia sulla produzione diffusa di energia rinnovabile, sia sui benefici di carattere ambientale. È importante considerare che la vigente normativa incoraggia la creazione di più CER distribuite sul territorio, adottando un approccio “digital energy”, che mira a favorire una diffusione capillare di impianti di produzione di energia rinnovabile, favorendo un utilizzo dell’energia (consumo) in prossimità della sua produzione (distribuita sul territorio). La possibilità di controllare un bilanciamento tra la produzione ed il consumo è possibile fruendo di dotazioni tecnologiche abilitanti adeguate, atte ad ottimizzarne l’uso razionale ed efficiente dell’energia, attivando un coinvolgimento diretto dei membri delle CER. Grazie a questo criterio innovativo, le CER offrono ai loro membri un’opportunità sempre più inclusiva e partecipativa, cosicché la comunità locale e, quindi, i cittadini possano riacquisire un ruolo significativo e strategico nel settore dell’energia e nei loro territori. In tutti i paesi membri dell’UE, si promuovono e supportano, infatti, quelle iniziative che portano i cittadini a diventare Pro-sumer, ossia utenti che, oltre a consumare energia (consumer), partecipano attivamente alla produzione decentralizzata di energia rinnovabile (producer). Questo ruolo pro-attivo permette al Prosumer di poter gestire una personale e diretta autonomia energetica, fruendo del vantaggio di ottimizzare la spesa relativa all’energia. Inoltre, con l’eventuale esubero di energia auto-prodotta, è possibile condividere questa energia rinnovabile con gli altri membri della CER, beneficiando al contempo di vantaggi economici derivanti dall’immissione in rete e dalla condivisione dell’energia all’interno della CER, oltre che generare ulteriori benefici di natura ambientale (es. contenimento delle emissioni di CO2) e sociali (contrasto alla povertà energetica).
All’interno di una CER, al fine di massimizzarne l’efficacia e la fruttuosità, diviene fondamentale mantenere l’equilibrio tra produzione e consumo di energia, su base oraria. Per questo motivo, è auspicabile che la Comunità di Energia sia composta da membri che utilizzano l’energia in modo diversificato ed eterogeneo, così da garantire un migliore uso dell’energia prodotta nel corso della giornata, massimizzando l’autoconsumo diffuso dell’energia rinnovabile prodotta all’interno del perimetro della CER. Questo tipo di equilibrio è cruciale per massimizzare l’efficienza energetica e garantire, quindi, la sostenibilità economica ed ambientale della stessa Comunità.